Parco d’arte nel Quartiere Casanova di Bolzano

Progetto Studio Milani
tra i collaboratori: Annunziata De Comite, Christian Posani, Cuauthemoc Giancaterino

 

Intro

L’opera d’arte pubblica può essere concepita seguendo due procedure: la prima pone in un’area di azione un’opera che viene decisa a priori, l’altra segue un percorso di negoziazione con gli abitanti. Nell’accezione di arte pubblica come esperimento socio-antropologico, la necessità di coinvolgere i fruitori nella creazione e nella sua cura ha portato all’idea di affidare agli stessi la materia prima dell’opera e delegare loro la costruzione dell’impianto spazio temporale che supporta l’intero progetto formale e figurativo, nonché la sua implementazione o il suo eventuale azzeramento.

Il concept che sta alla base dell’ intervento ribalta l’idea dell’hortus conclusus e affronta dal punto di vista formale e sostanziale alcune antinomie che attraversano il nostro vivere quotidiano:reale vs virtuale.

Se nell’operazione proposta tutto il sistema di comunicazione e di trasferimento dati appartiene ad una categoria virtuale, gli interventi che vengono proposti agli abitanti del complesso Casanova, saranno tutt’altro che nominali.

Il progetto ha come scopo principale quello di creare da una eventual community una vera comunità di cittadini, di uomini e donne che intorno a pochi, ma significativi interventi di ordine estetico e pratico, condividono le loro scelte etiche e sociali.

La parola parco ha evocato materia vegetale viva e mutevole di facile gestione e trasportabilità: i bulbi.

L’azione prende il via con la consegna delle scatole biodegradabili contenenti bulbi dormienti con le relative istruzioni e “impone” la loro messa a dimora nello spazio pubblico predisposto allo scopo e teatro delle trasformazioni reali delle piante, monitorate da sensori di umidità e temperatura che generano degli alert personalizzati per i singoli utenti.

La visualizzazione nel web fotografa graficamente la situazione dei bulbi nei vari periodi dell’anno secondo uno schema statistico del loro ciclo vitale.

Questo stato ideale è rilanciato nello spazio reale accendendo sulla collina artificiale, una striscia di led con le identiche cromie e significati che si ritrovano nel web.

La ricomposizione di cui parlavamo avviene in questo interlock tra virtuale e reale, tra rappresentato e percepito, tra vissuto in prima persona e condiviso.

Il sito avrà una parte privata per gli affidatari del bulbo nella quale l’utente potrà monitorare la propria pianta (temperatura, luce, acidità del terreno) in relazione a parametri ottimali e avrà a disposizione una bacheca per avvisi ed annunci : car sharing, asili domestici, g.a.s. ecc.

La parte pubblica riporterà feeds dell’amministrazione, culturali, sociali, sportive e così via.

Un’applicazione mobile in formato wp touch riprodurrà il sito web.

La scelta di randomizzare l’affidamento dei bulbi tra più di 900 abitazioni, destinando ad ogni tipo di bulbi, gruppi non omogenei di abitanti, porterà gli stessi ad operare in sinergia nello stesso luogo e tempo, creando delle micro-comunità.

Il vero compimento del progetto non sta nella cura delle piante, né nell’intervento di arredo urbano, ma nel fatto che più di mille utenti siano informati di quello che accade al vicino, informati non osservati, e che da questa condivisione, il cloud sharing, un giorno possa venire una gentilezza, un cenno di ulteriore civiltà in questo territorio in un modo unico ed irripetibile.

L’effetto di coinvolgimento può essere incrementato con la collaborazione di scuole tecniche professionali.

I materiali utilizzati per la creazione delle due colline, vegetale e artificiale, sono quelli già ampiamente utilizzati nel quartiere (acciaio e legno) in modo da accentuare il senso di familiarità con l’opera ciclica che si è creata ma anche da garantire la reperibilità e la conoscenza d’uso sul territorio. 

La terra della collina vegetale è supportata da geostuoie. La forma solida che si ottiene è inclinata verso sud e tagliata da due percorsi che lasciano scoperta la materia chedelimita la parte interna: il legno e l’acciaio si piegano lungo il perimetro superiore dei percorsi per creare le strisce preforate in cui si alloggeranno le scatole con i bulbi.

La collina artificiale è una pedana a due quote costruita con listoni di legno sagomati. Lungo l’alzata superiore verranno alloggiati i led che rappresenteranno la trasposizione lineare del grafico che compare nel web.

Lo spazio progettato è estremamente flessibile, adatto ad usi collettivi diversificati dalmercatino del baratto, allo yoga estivo, ad eventuali allestimenti temporanei di altre opere d’arte contemporanea.

Dati

Concorso di idee per un parco d’arte nel Quartiere Casanova di Bolzano indetto dall’ IPES, l’Istituto per l’Edilizia Sociale della Provincia Autonoma di Bolzano  

2011

Promoter

IPES, l’Istituto per l’Edilizia Sociale della Provincia Autonoma di Bolzano  

Categoria

Architecture